Se pensiamo poi che, come scriveva Aristotele, “l’uomo è un animale sociale” …

Il nostro manifesto programmatico “Empowering the Voiceless”


L’etimologia della parola Comunicazione recita “ogni azione o attività in grado di mettere in comune un’idea, un sentimento, un’informazione oppure un’emozione”.
In effetti la parola deriva dal greco antico Koinòs, aggettivo che significava comune, appartenente a tutti e quindi pubblico, per il bene di tutti!

Se pensiamo poi che, come scriveva Aristotele, “l’uomo è un animale sociale” e pertanto “tende per natura ad aggregarsi con altri individui e a costituirsi in società”, appare evidente come quella di comunicare sia un’insopprimibile necessità in ciascuno di noi.

Riportiamo la testimonianza di un’infermiera che per sua richiesta, preferisce rimanere anonima:
“Negli ultimi anni in cui ho lavorato in terapia intensiva mi sono resa conto che mi era diventato veramente difficile fare bene il mio lavoro, ogni volta che varcavo la soglia del reparto sentivo un’enorme peso e giorno dopo giorno mi sembrava di non riuscire più nel mio scopo, quasi che la mia d’identità si stesse prosciugando. Mi rendevo conto dell’importanza dell’ascolto e della comunicazione (non solo con i pazienti, ma anche con famigliari e colleghi) di quanto siano efficaci e fondamentali nel processo di guarigione e del benessere pisco-fisico della persona… Ma non ci sono sufficienti strumenti per comunicare e questo ci rende tutto più difficile e insostenibile”.

Una situazione difficile: pazienti in Terapia Intensiva

Spesso le persone ospedalizzate, specialmente nel reparto di terapia intensiva, affette da compromissioni fisiche, cognitive o da impedimenti oggettivi legati alla lingua oppure alle fasi diagnostiche/terapeutiche, pensiamo ai pazienti intubati ad esempio, non riescono a comunicare nel modo convenzionalmente inteso e questo aggrava il disagio del paziente e ne riduce la capacità di recupero.
Gli operatori sanitari mostrano vicinanza e comprensione,
Lo stesso disagio è fortemente percepito a chi si prende cura del malato, medici, infermieri e anche familiari, e che quindi faticano ad entrare in relazione con lui vanificando il compito da svolgere.

L’obiettivo è valorizzare i bisogni

In Dico Technologies operiamo affinché le tecnologie possano rispondere a questo bisogno mediante soluzioni accessibili a molti come la Comunicazione Aumentativa e Alternativa, che facilitano la condivisione del vissuto in pazienti, operatori sanitari e familiari migliorando così la qualità delle cure e la soddisfazione dei caregivers.

Per questo abbiamo sviluppato DICo® 1000, la soluzione di Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) specifica per i pazienti che non possono parlare. Questo dispositivo tecnologico non solo ottimizza l’interazione tra pazienti e operatori sanitari, ma contribuisce anche all’efficienza delle cure. Il risultato è un ambiente ospedaliero più inclusivo e che aiuta medici e infermieri a lavorare meglio.

Dico Technologies vuole crescere rapidamente, per questo ha aperto un’importante campagna di fundraising. Se volete partecipare a questa iniziativa imprenditoriale di grande impatto sociale in un mercato particolarmente interessante, contattateci, saremo felici di potervi descrivere nei dettagli la nostra proposta.

Chi fosse interessato ci può contattare all’indirizzo: ceo@dicotechnologies.com