Nelle strutture che erogano servizi sanitari e sanitari/assistenziali, i pazienti che possono beneficiare di strumenti/metodi di Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), appartengono sommariamente a 2 categorie:
- persone con bisogni comunicativi complessi (BCC) che accedono ai vari servizi per diverse ragioni (ad esempio: esami di vario tipo, ricoveri d’urgenza, interventi chirurgici, riabilitazione, lungodegenze, ecc.);
- persone che presentano temporanee difficoltà espressive, legate a situazioni di emergenza (come nell’intubazione oro/naso-tracheale o nei politraumi in Unità di Terapia Intensiva) all’interno di determinate cure pre e post-operatorie;
Per entrambe queste categorie, la comunicazione con il personale sanitario può essere molto difficile (Costello, 2000; Fried-Oken & Bardach, 2005; Blackstone, 2009) così da influenzare la qualità e l’efficacia delle cure ed il benessere di pazienti (Rivarola, 2014) e professionisti sanitari.
Inoltre, coloro che forniscono assistenza sanitaria spesso non hanno la preparazione necessaria a far fronte alle difficoltà di comunicazione dei loro pazienti e quando chi interagisce non è in grado di parlare, ascoltare, capire o farsi capire dagli altri, la relazione di cura, basata sul rapporto di fiducia reciproco, può essere compromessa.
La CAA, la vera rivoluzione
In questi ultimi anni anche gli standard internazionali di assistenza sanitaria stanno recependo l’importanza della comunicazione in ambito sanitario, validando in alcuni paesi con esperienze più avanzate in questo campo, l’utilizzo della Comunicazione Aumentativa e Alternativa per quanto riguarda la tutela delle persone con difficoltà temporanee o permanenti di comunicazione nelle strutture ospedaliere e, in generale, sanitarie (Joint Commission, 2010).
Gli interventi a supporto della comunicazione paziente-operatore in ambito sanitario possono riguardare:
- sensibilizzazione e formazione dello staff sanitario rispetto all’adozione di adeguate modalità interattive e all’utilizzo di diversi supporti comunicativi (tabelle, ausili con uscita in voce, ecc.);
- adattamento dei materiali informativi (opuscoli, moduli di consenso informato, ecc.) in formato “facile da leggere” (Inclusion Europe, 2007/2009) e in altri formati aumentativi di CAA (come indicato dall’art. 21 della Carta dei diritti delle Persone con disabilità);
- utilizzo di strumenti comunicativi che permettano una comunicazione di base in ambiente sanitario (ad esempio tabelle generiche per la comunicazione in ospedale sia simboliche che alfabetiche, tabelle/schede con messaggi di base, tabelle a tema per contesti riabilitativi, per pronto soccorso, per il dentista, ecc.).
Dopo alcune esperienze pilota, è stato avviato all’interno del campo della CAA, un gruppo di lavoro internazionale (Patient Provider Communication) che documenta, coordina e sviluppa progetti di CAA in ambito sanitario (Blackstone & Pressman, 2016), mettendo a disposizione online molte risorse e supporti utili.
DICo 1000, la nostra rivoluzione
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