Come per i dispositivi low-tech, anche per questi strumenti la finalità è sempre quella di raggiugere una comunicazione tramite una CAA, qualunque sia il metodo utilizzato per permettere la comunicazione al paziente.
Eye-tracking device
Un dispositivo di comunicazione di questo tipo rileva la posizione e il movimento degli occhi e integra questi dati per ottenere un sistema di selezione su computer basato sullo sguardo del paziente, che potrà selezionare le varie icone per la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) sul display semplicemente muovendo gli occhi.
Il dispositivo è stato testato sui pazienti che sono stati sottoposti a 5 sessioni di training della durata di 45 minuti ciascuna e successivamente è stato messo a libera disposizione di utilizzo per poter comunicare con le infermiere e i familiari.
I risultati dei test1 hanno indicato che i pazienti hanno risposto positivamente alla possibilità di poter utilizzare il dispositivo, tuttavia questo non è bastato a diminuire il loro livello di confusione e di frustrazione nel comunicare. I risultati indicano che il dispositivo, pur avendo apportato benefici in termini di comunicazione e riduzione del “delirium”, non ha significativamente ridotto il livello di confusione e di frustrazione dei pazienti nel comunicare.
Oltre il 50% dei pazienti ha dichiarato che il dispositivo ha fortemente aumentato il loro livello di frustrazione e di confusione, a causa delle lunghe sessioni di training a cui sono stati sottoposti.
I problemi riscontrati durante l’utilizzo del dispositivo dipendono dalle difficoltà avute nel concentrarsi a lungo sullo schermo e soprattutto a mantenere la postura necessaria affinché il dispositivo possa acquisire in modo corretto i dati dai sensori.
Per il corretto funzionamento del sistema di eye-tracking è richiesto un notevole sforzo al paziente che, data la debolezza e lo scarso stato cognitivo, è molto difficile da mantenere per la maggior parte dei soggetti.
Un altro problema di questo dispositivo è il suo alto costo, senza considerare i costi di manutenzione e quelli per istruire lo staff medico al suo corretto utilizzo. Questo lo rende difficilmente implementabile tra gli standard ospedalieri.
DICo® 1000, un ausilio valido per la CAA
DICo® 1000 dopo una breve fase di apprendimento, è in grado di “tradurre” qualsiasi movimento che il paziente è in grado di compiere (con la testa, una mano, un piede o un arto) in una parola o in una frase che il paziente intende comunicare.
L’ applicazione (App) dedicata prevede differenti modalità di interazione, che si adattano alle caratteristiche del paziente.
DICo® 1000 può essere utilizzato per comunicare con operatori e familiari, ma il paziente può anche comporre testi in autonomia, senza l’ausilio di un operatore.
Le caratteristiche di DICo® 1000
Semplicità e velocità: semplicità d’uso da parte del paziente e dell’operatore. Rapida curva di apprendimento.
Flessibilità: estrema flessibilità alle caratteristiche del paziente: DICo® 1000 si adatta al paziente, e non viceversa!
Materiali e costo: robustezza e lavabilità dei materiali. Ottimo rapporto qualità’/prezzo
Ergonomia: ergonomia pensata per l’utilizzo nel paziente allettato.
“Il primo prototipo di DICo® 1000 è nato grazie al lavoro di Tesi dello studente laureando in Ingegneria Biomedica del Politecnico di Milano Riccardo Monti dal titolo “Dispositivo di comunicazione per pazienti in terapia intensiva: uno studio di fattibilità” avente per correlatore il Prof. Giacomo Bellani dell’università Milano Bicocca.
DICo® 1000 è distribuito da: SEDA S.p.A
Riferimenti
1 : A pilot study of eye-tracking devices in intensive care.
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