Comunicare rappresenta un atto fondamentale per chiunque. Un aspetto importante nella costruzione dell’identità e nella definizione del proprio ruolo all’interno del contesto familiare e sociale.
Relazionarsi con gli altri diventa ancora più importante quando vi è la necessità di esprimere bisogni, dirigere gli atti di cura ed autodeterminarsi.
Proprio come nel caso di una persona ospedalizzata che, per ragioni contingenti (es. sottoposta a ventilazione meccanica) oppure per cause pregresse (es. affetta da patologia neuromuscolare) non può comunicare con le parole.
I pazienti “silenziosi” della Terapia Intensiva
I pazienti in Terapia Intensiva, soffrono di incubi e stress legati al loro tempo nell’unità e la mancanza di comunicazione li rende ancora più fragili, inoltre si crea un distacco maggiore anche con gli operatori che non sempre riescono a capire la frustrazione del paziente.
La perdita della capacità di parlare costituisce così uno dei motivi di più grande sofferenza per una persona ricoverata e per i suoi familiari.
Anche usciti dalla terapia Intensiva, i pazienti possono accusare sintomi come attacchi di panico, paura, tristezza, dolore o flashback (in gerco PTSD, Post Traumatic Stress Disorder), per questo si stanno facendo strada nuovi strumenti (diario paziente) e metodi (Comunicazione Aumentativa e Alternativa, CAA).
Quali strumenti sono possibili?
La Comunicazione Alternativa e Aumentativa (CAA) oggi accessibile in corsia, utilizza strumenti obsoleti che non sfruttano tutte le potenzialità del digitale.
In Dico Technologies abbiamo una missione, ed è quella di dare voce ai senza voce mediante soluzioni di comunicazione basate sulle tecnologie digitali che siano rapide da adottare e di facile utilizzo per il paziente ospedalizzato e per chi lo assiste.
Oltre al prodotto DICo® 1000, già disponibile per l’utilizzo in Terapia Intensiva, distribuito da Seda S.p.A., vorremmo ora portare i benefici del digitale anche al diario paziente e ad altri strumenti che possono aiutare paziente, familiari e personale medico a superare il trauma del ricovero in reparto di area critica.